27.5.15

In questo mondo di ladri

Non aggiungo nulla, a questo articolo di Rosaria Brancato, se non che, personalmente, per certa gente auspico, oltre alla restituzione del malloppo, un trattamento in un campo di rieducazione stile Cambogia di Pol Pot. Ed al ritorno, almeno sette anni di viaggi su un treno pendolari senza poter scendere neppure un minuto.

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Dall'ira del pelide Achille alle cene di Norberto in Versilia a spese di Ferrovie nord

Il presidente di Ferrovie Nord per 17 anni ha usato la società come se fosse una sua azienda, intestando l'auto al figlio, pagando cene, schede telefoniche e Sky. Norberto Achille è' uno dei tanti manager nominati dalla politica. Il guaio del Paese è questo, oltre ai danni causati da una classe dirigente incapace ci toccano anche le ruberie dei loro "fedelissimi" . E il danno in questi casi è doppio perchè li mettono alla guida di Enti e società.

Ultimamente ho spesso il desiderio di mollare la penna, il pc, e ritirarmi in una capanna in riva al mare, con il mio cane (che chiamo “il canuzzo”), e trascorrere il resto degli anni a passeggiare, leggere libri e non guardare tv né giornali. Mi è successo di nuovo quando mercoledì ho letto queste dichiarazioni: “Lascio con sofferenza, ricordando anche il lavoro fatto”. A pronunciarle è stato Norberto Achille, 69 anni, presidente per 17 anni consecutivi di Ferrovie nord, uno stipendio annuo di 275 mila euro lordi, più rimborsi, carte di credito, benefit. Che sia rammaricato lui lo si comprende leggendo le carte dell’inchiesta che lo riguarda con l’accusa di peculato e truffa aggravata. 
Ora spiego perché dovremmo essere noi cittadini ad essere rammaricati. E assai. Rammaricati di aver consegnato il Paese ad un branco di lupi affamati. Il signor Achille non l’abbiamo eletto, è uno dei tanti manager nominati dalla politica, in questo caso Forza Italia ma potrebbe essere Pd o Lega o Udc non cambierebbe niente. Dalla descrizione dei giudici viene fuori un quadro con un presidente ed una famiglia “famelica” con “smodata bulimia di potere”. Non contento di uno stipendio che sfamerebbe un intero treno Palermo-Venezia stracolmo di viaggiatori, né dell’uso senza limiti della carta di credito, ha fatto di più: ha governato Ferrovie Nord come se fosse un’azienda di famiglia. I pranzi ad esempio, roba da 200 euro a volta, se li faceva pagare 2 volte, la prima con carta di credito e la seconda con rimborso. Nell’agosto del 2009 per entrare nella discoteca di Briatore ha fatto sborsare all’azienda 900 euro in un colpo solo. Per non parlare dei week end in Versilia tutti a spese di Ferrovie Nord (cioè nostri). La scheda telefonica è diventata una e trina, ed infatti ci è costata in 5 anni oltre 124 mila euro perché pagavamo le telefonate sue, della moglie Patrizia e del figlio Marco con la duplicazione di schede aziendali, ed una terza sim era andata al secondo figlio Filippo. Insomma con una sola utenza aziendale chiamava tutta la famiglia. Il presidente aveva a disposizione due auto, una Bmw e un’Audi, ed ha deciso di intestare al figlio la prima, con tanto di scheda carburante e telepass (figlio che, ricordiamo, non riveste alcun ruolo in azienda). Il pargolo però, che nei week end consumava un pieno di carburante, era poco avvezzo al codice della strada ed a Ferrovie Nord sono state recapitate 125 mila euro di multe “sai- dice Achille senior intercettato mentre parla con un’amica- 17 anni sono tanti e comunque non sono state pagate”. Ogni tanto rimbrotta persino il figlio (manco a dirlo revisore dei conti in numerose società) perché ha capito che i magistrati sono arrivati al dunque, ma Marco Achille non si dà pena, non è mica colpa sua se il limite è di 55 km all’ora. Il Presidente riesce anche a dare una mano al fratello Nicola ed a diversi amici regalando quadri per 17 mila euro. Infine oltre 3 mila euro in scommesse, 7.600 euro per Sky e film porno, perché anche le ore di riposo e di svago devono essere a carico nostro. Insomma se un tempo avevamo l’ira del pelide Achille che tanti lutti addusse agli Achei adesso dobbiamo accontentarci del Norberto Achille che rimprovera il figliolo che non rispetta il semaforo rosso e costa allo Stato 500 euro di multa.

Si capisce bene che se cadi dell’albero della cuccagna dici “sono rammaricato”. Figurati come lo siamo noi vedendo che quell’albero te lo sei spogliato fino alla radice. Il clima in Ferrovie nord è quello che emerge dalla registrazione fatta da un funzionario per bene come Andrea Franzoso dell’audit, della lavata di capo del presidente del collegio sindacale Carlo Alberto Belloni dopo una perquisizione dei carabinieri. Belloni, che in teoria deve controllare il rispetto delle regole, visto il ruolo, nella sfuriata a Franzoso ed ad un altro funzionario onesto, Luigi Nocerino (che ha chiesto chiarezza sulle spese anomale) “Qui non esiste i ladri e gli onesti. Guarda, bene che vada, esiste una serie di conniventi, ma ladri e onesti non esiste. Nocerino, così facendo si fotte con le sue mani e ce lo troviamo a pulire i cessi dei treni”.

Per fortuna non è andata così, Norberto Achille secondo i magistrati dovrà restituire 600 mila euro, si è dimesso, ma avrebbe dovuto comunque lasciare la poltrona 5 giorni dopo, perché è stato nominato un altro presidente. A lui, per 17 anni, è stato concesso di sperperare i nostri soldi. Ha fatto bene Renzi ad abbassare i tetti ai supermanager.  Noi stiamo sempre ad attaccare gli stipendi d’oro della politica e non guardiamo MAI quello che accade nei Cda, nel sottobosco dei sottogoverni, degli Enti, delle poltrone di vario genere che finiscono in mano a nominati che non devono rendere conto a nessuno se non a chi li ha messi lì. Gli stipendi delle sottopoltrone non sono d’oro, sono di platino e mentre noi giornalisti accendiamo i riflettori sugli sprechi dei politici quelli dei presidenti & co li scopriamo solo quando arrivano gli arresti.  A marzo in Sicilia ha fatto scalpore il caso di Roberto Helg, presidente Confcommercio Palermo e vicepresidente Gesap arrestato con la tangente in mano “8 mila euro al mese non mi bastano per pagare il mutuo della casa e i debiti”. E’ accaduto tre mesi fa e lo abbiamo scordato, ma il titolare del bar che lo ha denunciato rischia di non vedersi riconfermato l’appalto in aeroporto.

In queste settimane l’Ars è alle prese con quello che chiamo il muretto basso: si sta accanendo sui tagli agli Enti locali (numero di consiglieri e assessori e indennità). Lo stesso Crocetta, che lancia strali sulla malapolitica, ha trascorso l’intero mandato a sistemare nelle poltrone più ricche i suoi uomini e quelli indicati da Pd e Udc e non solo non si è sognato di gridare allo scandalo per indennità da quasi 200 mila euro l’anno e rimborsi da far accapponare la pelle, ma ha presentato spesso e volentieri in Assemblea norme per eliminare il tetto agli stipendi dei Cda. Quando mi sono permessa di dire che le indennità del presidente e del cda del Cas ed i rimborsi sono eccessivi mi ha tacciato di “fare gossip”. Poche settimane dopo Faraci (che Crocetta conosce sin dalla scuola) e i suoi hanno chiesto l’aumento, ma l’assessore Pizzo gliel’ha negato. Il problema non sono solo gli stipendi di questa pletora di nominati, sui quali nessuno vigila,ma I RISULTATI. E anche se avessimo risultati eccellenti  le indennità negli Enti DEVONO essere rapportate ad un’economia ridotta all’osso. Non è etico assistere ad una disparità così evidente. Se dovessimo basarci su quel che vediamo nessuna partecipata giustifica stipendi di platino, e, se proprio dobbiamo andare nei dettagli alla guida di questi Enti non ho mai visto superman.  Invece di accanirsi sul gettone di presenza del consigliere comunale di Calascibetta perché non si usa la forbice sul mega presidente galattico di uno dei mille enti che in un solo anno si becca quanto l’intero consiglio comunale in mezzo mandato? Perché non gli si controllano le spese e i rimborsi? Nella conferenza stampa al Cas chiedevo lumi sulle trasferte da Messina a Palermo rimborsate 500 euro a volta. Nessuno pretende che un Cda vada in pullman, ma con la mia Micra sono andata tantissime volte, a spese mie, a Palermo, e non ho mai raggiunto quella cifra. Nei giorni scorsi l’assessore regionale Caleca ha reso note alcune cifre del flop siciliano all’Expo 2015: da novembre ad aprile abbiamo sborsato 94 mila euro in consulenze per definizione, realizzazione, gestione e supervisione del PALINSESTO degli eventi (si. Avete letto bene, quasi 94 mila euro in consulenze per la scaletta degli eventi).

Leggendo come il signor Achille  usasse il sistema dei rimborsi e dei benefit  viene tristezza e rabbia. Non solo abbiamo una pessima classe politica  ma lasciamo che la politica nomini manager che hanno a cuore solo il loro portafoglio. Non so se il presidente in 17 anni in Ferrovie Nord sia stato così bravo da inventare i treni volanti e profumati, se abbia abbassato i prezzi per i pendolari, risolto il problema dei precari e se gli faranno una targa ricordo pagandola due volte con carta di credito e rimborso, quello che so è che, pagare le cene in Versilia, l’ingresso al Twiga per 900 euro e i film porno con i nostri soldi, mi fa pensare che siamo un Paese schifoso.

Ecco perché anche questa settimana ho desiderato nuovamente di ritirarmi in una capanna in riva al mare, senza tv, senza giornali, senza questo fango che ti si appiccica addosso e non va via.

Rosaria Brancato